Sono in ritardo rispetto alla data prevista per questo post, il 5 agosto, ma sto procedendo a ritmo lento, come era nella mia intenzione. Le temperature torride di questi giorni poi hanno ulteriormente rallentato il ritmo e aumentato il ritardo, ma mi auto-assolvo, in fondo è agosto
Ti chiedo anche di perdonarmi qualche refuso, di solito correggo su carta (riciclata), ma qui non dispongo di una stampante e a video divento mediamente dislessico.
Il periodo di vacanza in Salento quest’anno per me ha un sapore diverso.
In questa regione sono nato e le mie radici sono qui: 4 nonni e 11 tra zie e zii quando la famiglia era al completo. Di questa vastissima stirpe ormai sono rimasti in pochi: 1 zia e 1 zio da parte di mio padre e 3 da parte di mia madre, quasi tutti sopra gli 80, e un bel numero di cugini e cugine.
La casa da cui sto scrivendo è la casa dove ho passato la gran parte delle estati della mia infanzia e della mia adolescenza: una piccola casa a Gallipoli.
Foto di Gallipoli vecchia alle 5.30, vista dal porto, in una delle mie camminate.
Il motivo per cui sono qui per 15 giorni non è la nostalgia del passato, detto tra noi preferisco 100 volte il Fabio con 50 primavere in più sulle spalle, ma riguarda la cura, la cura delle origini.
Come tanti, oggi ho una mamma ottuagenaria, sta mediamente bene, è autonoma in tutto, e come tutti a questa età perde qualche colpo.
Un dolore nuovo, una fatica in più, la memoria che ogni tanto dimentica qualche pezzo, per non parlare delle liti con il cellulare che, a sentire lei, conduce una sua privata battaglia contro di lei azionando funzioni e comandi mai attivati
Mia madre ha avuto un ictus quattro anni fa, da cui è uscita brillantemente, ma da quel momento ho deciso di passare più tempo con lei.
La sensazione di una fine certa e vicina ma imprevedibile, mi ha attivato un desiderio di colmare alcune lacune, di comprendere i non detti, che tutti ci portiamo dentro, dalla nostra infanzia.
E così, tutte le settimane, lavoro in remoto da casa della mia mammetta, e tutte le estati, in compagnia del mio figlio più piccolo, passo un periodo in questa casa dei ricordi.
Daniele Novara, un pedagogista che amo, sostiene che nella nostra infanzia piccoli e grandi traumi emotivi vanno a creare dei “tasti dolenti” meccanismi di reazione automatici, che danneggiano in modo inconsapevole, ma distruttivo, le nostre relazioni affettive adulte. Confermo
Questa è una cosa che ho scoperto grazie a due suoi libri dedicati alla coppia e ai figli: Meglio dirsele – imparare a litigare bene per una vita di coppia felice e Organizzati e felici, sulle sfide educative dagli 0 ai 14 anni.
Due libri che mi sento di consigliare a tutti quelli che hanno famiglia e figli in questa fascia di età, non si finisce mai di imparare.
Leggere libri sulla genitorialità inevitabilmente riattiva anche la mia parte bambina, permette di rivedere con nuovi occhi vecchi conflitti e sanare piccole e grandi ferite.
Nessuna rivalsa o rivendicazione, solo molta comprensione e affetto per chi ha fatto quello che poteva con gli strumenti che aveva.
E poi in questo momento la bambina, per tanti versi, è lei: mia madre.
Stessa irragionevolezza e cocciutaggine, stesse debolezze, stesso bisogno di presenza. Insomma in qualche modo per me l’estate diventa anche il tempo della cura delle origini e, con loro, delle mie radici.
Non so se il prossimo post uscirà venerdì 12 agosto, visto che oggi è già martedì 9 e che parlerà del “lasciare andare” … vedremo
Un caro saluto e buona settimana.
Fabio