Mio figlio Elia ha 11 anni e inizierà la prima media a settembre. Da 15 giorni fatica ad addormentarsi, ha paura, ci chiede di stargli vicino quando si addormenta e spesso ha incubi notturni che lo risvegliano. Non è successo niente di strano negli ultimi giorni, o almeno così mi sembrava.

Foto di ELG21 da Pixabay
Piccola nota a margine: non ho la televisione ma Netflix e ogni tanto attivo Disney +. È stata una scelta di tanti anni fa, prima che lui nascesse, e che non rimpiango.
Mi ha liberato un sacco di tempo e mi evita il flusso di notizie e immagini ansiogene di cui sinceramente non sento il bisogno
Nonostante questo qualche Giornale Radio, non stoppato in tempo, ci regala le sue chicche quotidiane: COVID che sale e scende, siccità, carestie, guerre e chi più ne ha più ne metta.
Mio figlio è il primo che cambia canale quando ci sono i notiziari e, grazie al cielo, ha superato questi ultimi due anni abbastanza sereno ma, c’è sempre un ma, recentemente qualcosa ha colpito la sua fantasia di bambino.
Eravamo a colazione io e lui, sua madre esce spesso mentre lui ancora dorme e, candidamente, mi ha detto ha cominciato ad avere paura che i suoi genitori possano ucciderlo. Puoi immaginare la mia faccia ma lui mi ha portato, come prova di questa possibilità, il fatto di cronaca della piccola Elena di Catania
La paura può rendere terribilmente concrete e spaventose cose che, nella realtà, sono assolutamente impossibili.
E qui finisce il fatto di cronaca famigliare e si apre invece il tema di oggi che sì mi è stato ispirato da questo episodio, ma era qualcosa che, dati i tempi, mi ronzava in testa da un pò: la relazione tra la paura e la qualità del nostro tempo e della nostra vita.
Non sono una persona coraggiosa, ma la scelta di una professione autonoma 25 anni fa e una vita relazionale non esente da improvvisi cambiamenti, mi ha spesso messo davanti ad una paura incontrollabile: niente sarà come prima, tutto è perso o, se sbaglio questa mossa, lo sarà…
Ti suona strano? Non credo, con varie sfumature di grigio, ci siamo passati tutti.
Ogni tanto mostri e spettri ritornano fuori a ricordarmi che sono “umano”, con i miei limiti, difetti e paure.
Un libro però mi ha aiutato moltissimo a convivere con la paura e a passarci in mezzo. Il libro ha un titolo che è tutto un programma: “Se il mondo ti crolla addosso – Consigli dal cuore per i tempi difficili” di Pema Chödrön. È il libro che ho letto più volte (non ricordo se 6 o 7) e che ho regalato di più. No, non ti consiglio di andare a comprarlo, anche se costa meno di 10 euro ed è piccolo, non è un libro semplice da leggere.
Qui però un bel brano tratto dal libro di Pema:
“C’era una volta una giovane guerriera. Il suo maestro le disse che doveva combattere con la paura. Lei non voleva, le sembrava troppo aggressiva; era terrificante; pareva ostile. Ma il maestro le disse che doveva farlo e le diede le istruzioni per la battaglia.
Giunse il giorno.
L’allieva guerriera si mise da un lato, la paura dall’altro. La guerriera si sentiva molto piccola, la paura le appariva enorme e arrabbiata.
Entrambe erano armate.
La giovane guerriera si scosse e andò incontro alla paura, si inchinò tre volte e chiese: “Posso avere il permesso di combatterti?”.La paura rispose: “Grazie per avermi mostrato così tanto rispetto da chiedermi il permesso”. La giovane guerriera allora chiese: “Come faccio a sconfiggerti?
La paura rispose: “Le mie armi sono queste: parlo velocemente e arrivo vicinissima alla tua faccia. Così tu ti innervosisci e fai tutto quel che ti dico.
Se tu non fai quello che ti dico, io non ho alcun potere. Puoi ascoltarmi, puoi rispettarmi. Puoi persino farti convincere da me. Ma se non fai quello che dico, io non ho alcun potere”.
Così, l’allieva guerriera imparò a sconfiggere la paura.
Rispetto per la fifa, comprensione su come le nostre emozioni hanno il potere di farci correre in tondo. Quella comprensione ci aiuta a scoprire in che modo aumentiamo il nostro dolore, la nostra confusione, in che modo ci facciamo del male. Grazie alla consapevolezza, vediamo le cose come sono quando si presentano.
Lasciamo che le cose restino minuscole. E restano piccine.
Tutto viene dall’imparare a fermarsi per un momento, a non fare impulsivamente e ripetutamente la stessa cosa. Fermarsi, semplicemente, anziché riempire immediatamente lo spazio facendo qualcosa, è un’esperienza che trasforma.”
E per chiudere una seconda citazione:
“Le piccole paure causano ansia e le grandi paure causano panico. – Chuang Tzu”.
Nel prossimo post infatti parlerò di ansia da to do list.
Ti auguro un weekend tranquillo.
Un caro saluto
Fabio
PS avrei dovuto parlare di focus e to do list, ma questo argomento mi sembrava propedeutico;
PS2 Ci sarà una seconda edizione del Minicorso Guadagna Tempo l’1 settembre, pochi posti, ma puoi già iscriverti qui.